La seconda opera “Luce”

La seconda opera “Luce”, successo al Teatro Comunale di Bologna, 1875.

Due anni dopo il trionfo de I Goti, Gobatti presenta nel 1875 a 23 anni la sua seconda opera, Luce, su libretto di Stefano Interdonato, imposto dalla Casa Musicale Lucca secondo contratto. Il libretto di Interdonato, dal punto di vista letterario, non piaceva al Gobatti, perché lo riteneva una cosuccia misera, priva di forza drammatica e di efficacia teatrale. Ma a nulla valsero le rimostranze e il giudizio negativo del compositore contro la ferma volontà della casa editrice, che si era impegnata con il Comunale di Bologna per un’opera del giovane compositore per la stagione 1875-76. Inoltre, grande era l’aspettativa di tutta Bologna e incontenibile l’entusiasmo dei gobattiani che dicevano: “Vedrete dalla Luce che cosa sia Gobatti!”.

L’entusiasmo era alle stelle. Ci fu un incasso record, ricordato negli annali del teatro Comunale: 7100 lire.E difatti come musica Luce piacque, ma non furono registrate le chiamate chilometriche de I Goti. Bologna, tuttavia, organizzò al Gobatti grandi festeggiamenti per il successo, sia pure moderato, dell’opera. Gli amici erano ancora accesi di entusiasmo ed offrirono al maestro, la sera del 1° dicembre 1875, un gran banchetto, al quale parteciparono le persone più celebri di Bologna, fra cui Carducci, che magnificò il giovane musicista come innovatore dell’arte musicale.

Trama dell’opera “Luce”

Luce è un melodramma lirico in cinque atti. I personaggi principali dell’opera sono: Luce, giovane orfana cresciuta da Gennaro, che nutre per lei sentimenti d’amore; Oliviero, duca di Nola; Fra’ Tranquillo. È una storia d’amore, intrisa di un sentimento patriottico evidente. Oliviero rientra clandestinamente a Napoli per partecipare alla liberazione della città dagli Spagnoli e chiede all’amico Gennaro un rifugio sicuro. Gennaro lo ospita nella propria casa. Lì Oliviero incontra Luce, se ne innamora e ne viene ricambiato. Intanto la congiura antispagnola arriva al culmine. Gennaro, nell’imminenza dello scontro, si dichiara a Luce, che ne è profondamente turbata. Lo scontro con le truppe spagnole è impari. Oliviero deve abbandonare Napoli, ma prima si reca da Luce, per portarla con sé. Luce, invece, manifesta la sua intenzione di ritirarsi in convento, a pregare per Gennaro, che crede morto nel combattimento. Oliviero, così, viene a sapere dell’amore di Gennaro per Luce, si sente un amico indegno ed accetta la decisione di Luce. Gennaro, invece, che è vivo ed ha ascoltato il dialogo nell’ombra, lasciati i propositi di vendetta nei confronti di Oliviero, amico onesto e fedele, lo perdona e benedice il suo amore per Luce. Oliviero e Luce abbandonano Napoli insieme, mentre Gennaro, assistito da Fra’ Tranquillo, si ritira in convento.